I recenti eventi geopolitici in atto costringono, la gran parte degli analisti economici a rivedere le proprie stime per il 2022. È chiaro che in un momento così delicato, tanto da essere considerato come uno degli eventi più importanti della storia dell’Europa dopo la caduta del muro di Berlino, è estremamente difficile fare delle previsioni in quanto gli scenari che potrebbero prospettarsi sono molteplici.

I principali analisti di diverse società di gestione hanno effettuato comunque un’analisi dei dati per cercare di estrapolare qualche informazione che potrebbe essere utile, in questi momenti di forte volatilità, quali situazioni potremmo aspettarci per il futuro.

Come andrà a finire questa vicenda non è ancora chiaro ed è troppo presto per fare delle previsioni sulla ridefinizione di equilibri geopolitici e il loro impatto sull’economia. Lo scenario preso in considerazione non tiene in considerazione nessuna escalation militare ulteriore rispetto quella in atto.

Il 2022 sarà molto probabilmente un anno caratterizzato da forte volatilità dei mercati.

I fatti che si stanno svolgendo oggi in Ucraina certamente segneranno l’opinione delle generazioni future. Quello che osserviamo oggi, difficilmente verrà dimenticato.

Di fronte alla situazione attuale un buon gestore patrimoniale deve però necessariamente effettuare delle analisi basate su evidenze economiche per lo scenario immediatamente futuro. Da questo punto di vista, il team di analisti DWS sostiene che:

1. L’interruzione od il semplice rallentamento delle consegne energetiche così come altre materie prime, provenienti da Russia e Ucraina, potrebbero comportare un ulteriore aumento del prezzo delle stesse contribuendo a far crescere l’inflazione.

2. È possibile aspettarsi futuri e cospicui investimenti in Europa su infrastrutture energetiche, con lo scopo di aumentare la propria indipendenza. Anche il settore della sicurezza in particolare quella informatica è un settore in evidente sviluppo la cui necessità è confermata ora dalle attuali vicende.

3. Interruzioni di approvvigionamenti, anche se temporanee, si tradurranno in un possibile calo della crescita economica europea, maggiormente impattata dai recenti eventi rispetto gli USA. Eventuali evitati scenari recessivi verranno probabilmente evitati grazie a massicci investimenti messi a disposizione dai governi.

4. Le politiche monetarie delle Banche Centrali resteranno improntate verso le dichiarazioni dei mesi precedenti. La FED potrebbe rimanere interessata al contenimento dell’inflazione mantenendo i suoi programmi riguardanti il rialzo dei tassi di interesse, senza stravolgimenti rispetto le dichiarazioni precedenti. Per quanto riguarda la BCE potremmo aspettarci invece una maggiore attenzione ai rischi di recessione e di stabilità finanziaria derivanti dalla crisi Russo-Ucraina che avrà priorità rispetto l’inflazione, decisamente più bassa in Europa rispetto che negli USA.

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